La storia del Computer - 3.a Generazione 1964-1971
       I progettisti chiamavano questo ostacolo "la tirannia dei numeri": l’impossibilità di incrementare la densità dei componenti dell’elaboratore. La svolta della storia di questo secolo arrivò con una minuscola scaglia di silicio.

Il balzo verso la terza generazione, nel 1964, avvenne in seguito all’invenzione del circuito integrato quale supporto per l'informazione: una sottile lamina di silicio (chip) montata su un supporto di plastica sulla quale gli scienziati riuscirono a condensare i componenti elettronici miniaturizzati.

Alla Texas Instruments, già era in corso un notevole sforzo per spingere la tecnologia verso il silicio. Giunto nella società, l’ingegnere Jack St. Clair Kilby contribuì alle ricerche e nel settembre 1958 realizzò un primo, rivoluzionario, circuito integrato, attraverso l’uso del germanio.

Nel gennaio 1959, il ricercatore Robert Noyce della Fairchild Semiconductor di Mountain View (fig.16) era responsabile della ricerca in questa società, fondata due anni prima da fisici e ingegneri per sfruttare le loro conoscenze e vendere transistor perfezionati.


fig.16 - Noyce (al centro) con i suoi collaboratori della Fairchild.

Dalle due società nacquero così i circuiti integrati (fig.17) che misero in soffitta i transistor: il lavoro di un’ora di un computer a valvole degli anni Cinquanta si riduceva a pochi secondi, dato che il tempo richiesto dalle operazioni si misurava, nei circuiti integrati in termini di miliardesimi di secondo (o nanosecondi).


fig.17 - Il primo circuito integrato realizzato da Kilby.

Nell'anno 1964 le prime macchine ad adottare il circuito integrato furono il Pdp-11 della Digital (fig.18) e il Sistema 360 dell’IBM (fig.19).

La soluzione del circuito integrato permise di abbassare i costi di produzione e vendita, di ridurre le dimensioni della macchina e, soprattutto, di aumentarne le prestazioni.


fig.18 - Il PDP-11 della Digital.


fig.19 - Il Sistema 360 della IBM.

Nella terza generazione le macchine hanno subito cambiamenti determinanti per gli anni successivi; si consolida l’esistenza del terminale remoto, che si collega all’unità centrale in rete tramite le linee telefoniche; nasce il time-sharing.

Inoltre, un elemento fondamentale della terza generazione fu la sostituzione degli anellini magnetici che componevano la memoria centrale in una memoria composta da circuiti elettronici integrati. Lo spazio occupato ora è diminuito, mentre aumentano affidabilità e prestazioni.

Un evento rilevante, legato al diffondersi dei computer della terza generazione, fu la nascita dei sistemi operativi, in grado di gestire la memoria centrale e di far girare più programmi sostanzialmente diversi tra loro.

Nel 1961, la NASA affidò al MIT il progetto di un computer potente e compatto che consumasse poca energia, da affiancare agli astronauti dell’Apollo. Sotto la guida di Stark Draper, un gruppo di scienziati del MIT realizzarono il computer, che doveva raccogliere le informazioni durante il volo ed effettuare le opportune correzioni di rotta economizzando in modo ottimale il propellente.
Gli astronauti comunicavano con l’elaboratore attraverso l’unità Dsky (fusione di "display" e "keyboard").

L'Apollo Guidance Computer, il sistema di guida basato sul computer (fig.20), fece il suo debutto nel 1968 sull'Apollo 7. Un anno dopo accompagnò l'Apollo 11 sulla superficie lunare.


fig.20 - L'Apollo Guidance Computer.

Nel 1969 inizia lo sviluppo della rete a commutazione di pacchetto ARPANET, quando divenne operativo un progetto sperimentale militare statunitense commissionato dal Dipartimento della Difesa all’agenzia governativa ARPA (Advanced Research Projects Agency). La rete era una struttura informativa strategica che permetteva di costituire un collegamento tra il Dipartimento della Difesa e tutti i soggetti che con esso avevano un contatto per ricerche di carattere militare.

Tale collegamento doveva funzionare anche in caso di catastrofe nucleare e, contrariamente alle reti di comunicazione tradizionali, come quella telefonica o telegrafica, in caso di avaria o di attacco nemico ad un nodo della rete, le comunicazioni devono essere assicurate comunque tra tutti i centri ancora operativi. Questo era possibile se la struttura della rete non fosse accentrata, ma costituita in modo che ciascun calcolatore fosse autonomo nella comunicazione con gli altri nodi.

Nella fig.21 è mostrato il piano originale della rete: i primi quattro nodi vennero dislocati nel 1969 presso l’Università della California di Los Angeles e di Santa Barbara, lo Stanford Research Institute, e l’Università dello Utah.


fig.21 - Primo schema rete ARPANET.

Dal 1960 al 1972 il prezzo del circuito integrato scese dai mille dollari a un dollaro. Nel 1970 i computer negli Stati Uniti triplicarono rispetto a 5 anni prima, con una spesa per l’elaborazione di 21 milioni di dollari.

La terza generazione si chiuse con la scala di integrazione Msi (Medium Scale Integration): i chip potevano ospitare circa un migliaio di elementi. Con la precedente scala, la Ssi (Small Scale Integration), un chip poteva alloggiare al massimo un centinaio di elementi.

Ma la corsa verso la minima dimensione è appena iniziata.


<< 1956-1963  |  1971-oggi >>







Copyright © 2004-2013 AngBar.net