La storia del Computer - Introduzione
       La storia dei computer come li conosciamo adesso è molto breve: il primo computer digitale è del 1946, basato su una architettura ideata negli anni 40 da Von_Neumann ed Alan Turing.

Tuttavia è possibile tracciare una linea che risale ai primi strumenti usati dall'uomo per aiutarsi nel calcolo (dopo le dita): l' abaco, le macchine meccaniche per addizionare (p.es. la macchina di Pascal).

Ad un diverso filone (più collegato ai robot e, semmai, al programma di pseudointelligenza artificiale ELISA) appartengono gli automi settecenteschi, in grado p.es. di suonare una partitura al clavicembalo o comporre laboriosamente lettere su un foglio di carta.

Con la rivoluzione industriale, l'invenzione del telaio meccanico a schede (in cui il tipo di tessuto veniva `programmato' da delle schede infilate nella macchina) costituisce un precursore dell' "Analythical Engine" di Charles Babbage, primo calcolatore in grado p.es. di risolvere polinomi. L'analythical engine non fù mai realizzato completamente ai suoi tempi.

Solo di recente un gruppo di ricercatori ne ha realizzato un esemplare, ora allo Science Museum a Londra. Babbage progettò anche la struttura generale di una macchina più ambiziosa, il "Difference Engine", che doveva essere in grado di eseguire dei veri e propri programmi.

Intorno alla seconda guerra mondiale ha grande importanza il lavoro di Alan Turing: la formalizzazione dell'idea di `programma' e di `computer', con la macchina di Turing (1936). Nel 1950 Turing propone inoltre la cosiddetta `ipotesi forte' della intelligenza artificiale, ed un criterio per decidere quando si può dire che un computer è intelligente, il "Turing Test".



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